ISEE, ANFFAS ONLUS: “DOPO LE SENTENZE IL CAOS?”

anffas-onlusCOMUNICATO STAMPA

Anffas Onlus

Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale

ISEE, ANFFAS ONLUS: “DOPO LE SENTENZE IL CAOS?”

Anffas Onlus – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, per tramite del Presidente Nazionale Roberto Speziale,richiede al Ministro Poletti l’urgente convocazione del “tavolo di monitoraggio” per mettere in atto la modifica dell’attuale Isee per le parti dichiarate illegittime.

Domanda Speziale: Oggi un cittadino che si rivolgesse ad un Caf o all’Inps per richiedere un Isee che cosa otterrebbe? Tale documento sarebbe legittimo? E gli Isee rilasciati dopo le sentenze del Tar Lazio e quindi risalenti allo scorso anno, anch’essi illegittimi, non dovrebbero essere revocati d’ufficio e risarcite le persone che a causa di un Isee illegittimo non avessero avuto accesso a determinate prestazioni o avessero dovuto contribuire con una compartecipazione più alta di quella dovuta?

Quante Regioni hanno emanato le linee guida e quanti Enti locali hanno aggiornato conseguentemente i loro regolamenti stabilendo soglie di accesso eque senza scaricare, a loro volta, sui cittadini “compartecipazioni” estremamente onerose e “vessatorie”? Dove sono finite le risorse risparmiate che dovevano essere riallocate nel sociale?”.

In Italia (paese in cui i tassi di evasione, corruttela ed elusione sono enormi) disporre di un sistema equo, trasparente e semplice per stabilire la situazione economica e patrimoniale di singoli cittadini o nuclei familiari che richiedono accesso a prestazioni sociali agevolate (quindi con condizioni di miglior favore rispetto agli altri cittadini proprio a causa delle loro oggettive difficoltà economiche), rappresenta un’esigenza imprescindibile, per evitare, appunto, che l’accesso alle prestazioni presenti lati oscuri che minino l’esigibilità concreta dei diritti dei cittadini.

“Non vorremmo – dichiara Speziale – che il tutto però si trasformi in una vittoria di Pirro!”.

Se, infatti, è vero come è vero che le provvidenze economiche non andavano computate nell’ISEE e che Anffas da sempre ha sostenuto, in tutte le sedi, tale principio, è anche vero che l’Isee, grazie al sistema delle franchigie, nella stragrande maggioranza dei casi relativi alle persone con disabilità ed alle loro famiglie, vedeva compensato il computo delle provvidenze portando anche un risultato migliorativo rispetto al precedente sistema di calcolo.

Non vorremmo” avverte Speziale “che ora qualcuno, vista l’espunzione dall’ISEE delle ridette provvidenze e il dover rimettere mano all’Isee, prendesse la “palla al balzo” per: peggiorare, anziché agevolare l’accesso alle prestazioni; scaricare ulteriormente il carico dell’assistenza sulle famiglie; innalzare ulteriormente la compartecipazione ai servizi.

Piuttosto il nostro paese si dovrebbe interrogare per quale motivo sempre più le persone con disabilità, anche singolarmente, le famiglie e le loro associazioni sono costrette a rivolgersi alla magistratura per vedersi riconosciuti i loro sacrosanti diritti, la maggior parte addirittura di rango costituzionale.

Meccanismo questo che sta frazionando il mondo della disabilità, assistendo, sempre più spesso ad un’autentica “guerra tra poveri” con il rischio che chi rimane fuori dalla pur insufficiente rete dei servizi consideri dei “privilegiati” e “asserviti” al sistema coloro che con mille peripezie e difficoltà riescono ad ottenere qualche minima e vitale risposta. Per non parlare della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità che, pur essendo legge dello Stato, continua ad essere praticamente ignorata!”

Entrando nel merito delle tre sentenze si rileva che:

È illegittimo richiedere nell’Isee le provvidenze economiche connesse alla disabilità e sono da rivedere le franchigie presenti. 

Precisa Speziale: “Il Consiglio di Stato ha confermato quanto già stabilito un anno fa dal Tar Lazio, ma il Governo (nonostante forti sollecitazioni, anche di Anffas) non solo non aveva dato seguito a tali pronunciamenti ma addirittura aveva anche fatto appello nei confronti delle associazioni, delle persone con disabilità e dei familiari ricorrenti. Ora il Consiglio di Stato ha messo la parola fine”.

Quindi cosa viene fuori dalle aule di giustizia?

Non sono da considerare nell’Indicatore della Situazione reddituale (che è una componente che si considera nel calcolo dell’ISEE) le provvidenze ed i benefici economici erogati dallo Stato per “compensare” la condizione di disabilità. Anffas auspica, quindi, che immediatamente il Governo si adegui a tali pronunciamenti

È da considerarsi illegittima la differenziazione delle franchigie (somme che abbassano la condizione reddituale finale in considerazione del maggior rischio di impoverimento delle persone con disabilità e delle loro famiglie) tra maggiorenni e minorenni (più alte, a priori, per questi ultimi).

Spiega Speziale: “Durante la costruzione del nuovo Isee, Anffas aveva tentato di migliorare la condizione dei minori con disabilità rispetto a qualsivoglia altro minore, richiedendo che ai minori con disabilità fosse estesa la già prevista disciplina di favore dei maggiorenni con disabilità che accedono alle prestazioni socio-sanitarie ai sensi dell’art. 6 del DPCM Isee.

Il Ministero del Lavoro aveva pensato, invece, di introdurre in maniera grossolana, in favore dei minori con disabilità, solo delle maggiorazioni automatiche ed oggettive (per il solo fatto dell’età) delle dette franchigie, che quindi inevitabilmente erano state dichiarare illegittime dal Tar Lazio per l’immotivata differenziazione di trattamento. Pertanto Anffas auspica che per i minori con disabilità sia estesa la stessa disciplina prevista per i maggiorenni con disabilità”.

Conclude il Presidente Anffas “Dopo le pronunce del Consiglio di Stato occorre quindi che il Governo subito ripensi il sistema e che le Regioni e gli enti locali facciano bene la loro parte. Nessuno deve più vessare le persone con disabilità e le loro famiglie e deve essere sempre garantito che ove la compartecipazione al costo sia imposta per legge, la stessa sia sempre equa, simbolica e sostenibile

                                                                                                                            Roma, 3 marzo 2016

Area Relazioni Istituzionali, Advocacy e Comunicazione Anffas Onlus

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